Scopriamo insieme come funziona la legge Quota 100, ideata dal governo Conte in relazione all’età pensionistica.
Il 28 gennaio 2019, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il Decreto Legge che ha introdotto in Italia il reddito di cittadinanza e la cosiddetta Quota 100, ossia una misura che permette di andare in pensione ai lavoratori con almeno 38 anni di contributi e 62 anni di età. In pratica, è possibile smettere di lavorare quando la somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100.
La Quota 100 è conveniente per coloro che hanno accumulato molti anni di contributi; in questo modo, potranno andare in pensione prima di quanto preveda la precedente legge Fornero. Tuttavia, a meno che il governo non confermi la riforma in via definitiva, la possibilità di andare in pensione con questa misura durerà solamente per i prossimi tre anni. Chi maturerà i requisiti nel 2022, ad esempio, non potrà accedervi.
Cosa c’era prima della Quota 100?
Questa misura è stata approvata in sostituzione alla riforma delle pensioni Fornero, ossia l’articolo 24 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, intitolato “Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici”. Tale riforma, proposta da Elsa Fornero, faceva parte del decreto legge Salva Italia, varato dal governo Monti a fine 2011.
La legge Fornero stabilisce che la pensione deve essere calcolata in base ai versamenti effettuati dal lavoratore, e non in base agli ultimi stipendi percepiti. Inoltre, tale misura aveva innalzato l’età pensionistica, stabilendo i requisiti per la pensione di vecchiaia in base all’età anagrafica: minimo 20 anni di contributi e 66 anni di età per il pubblico impiego per le donne e per tutti gli uomini nel pubblico e nel privato; 66 anni e 3 mesi per le donne nel settore privato, 66 anni e 3 mesi per le lavoratrici autonome.
La riforma Fornero ha altresì abolito la pensione di anzianità, stabilita in base al numero di anni di lavorato, sostituita dalla pensione anticipata. Pertanto, bisognava aver lavorato 41 anni e 3 mesi per le donne e 42 anni e 3 mesi per gli uomini per andare in pensione. Inoltre, la riforma prevede un adeguamento periodico dei requisiti di pensionamento in funzione dell’allungamento della speranza di vita.
Quota 100: requisiti
La legge specifica che possono andare in pensione tutti coloro iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della stessa, purché abbiano un’età pari o superiore a 62 anni e 38 anni di contributi, di qualsiasi tipo. È possibile richiedere un cumulo dei contributi se si è iscritti a due o più gestioni previdenziali.
Inoltre, la pensione Quota 100 non è cumulabile con il reddito da lavoro, pertanto non si può riprendere a lavorare una volta che vi si accede. È possibile, tuttavia, eseguire prestazioni occasionali, purché non superino la quota complessiva di 5.000 Euro annui. Infine, il decreto specifica che non possono usufruire di questa misura coloro che hanno già intrapreso un programma di esodo volontario, ad esempio l’isopensione.
Come si può fare domanda per Quota 100?
Per andare in pensione con questa misura, il cittadino deve possedere il PIN rilasciato dall’INPS, lo SPID (codice ottenibile sul sito https://www.spid.gov.it/) oppure la carta nazionale dei servizi. Basta poi visitare il sito dell’Inps (https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx) e cliccare su “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio Precoci”, selezionare “Nuova Domanda” e proseguire per la richiesta di pensione per il requisito Quota 100.
È possibile presentare la domanda anche in formato cartaceo, attraverso i patronati o gli altri soggetti abilitati a mediare con l’Inps.
Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/mani-bastone-da-passeggio-anziani-981400/, https://pixabay.com/it/photos/anziani-coppia-insieme-collegato-616718/